Da che parte sta Gesù?

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1 • Tirare Gesù per la tonaca…

La rossa tunica del Cristo fiammeggia oggi più smagliante, più rossa, più bolscevica. (…) Vi è un lembo della tunica di Cristo nelle innumerevoli bandiere rosse dei comunisti che in tutto il mondo marciano all’assalto della fortezza borghese, per restaurare il regno dello spirito sulla materia, per assicurare la pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà.

(ANTONIO GRAMSCI, articolo “La questione romana”, nel quale si firmò Caesar, apparso sull’«Ordine Nuovo», 2 ottobre 1920)

Mi ispiro all’uomo che una volta, nella solitudine, circondato da pochi compagni, riconobbe gli ebrei per quel che erano, e incitò gli uomini a combatterli, e che vivaddio, era un uomo grande non già perché seppe soffrire, ma perché seppe combattere.

(ADOLF HITLER, “Mein Kampf”, 1925; citato in VITTORIO MESSORI, Ipotesi su Gesù, SEI, Torino 2001, p. 101)

Portare Gesù dalla propria parte è sempre stata una “mossa vincente”.

Un colpo da maestro del “marketing” e della “brand awareness”.

Vogliamo tutti Gesù nella nostra squadra.

Dire «lo dice anche Gesù!» è tipo l’assopijatutto di una discussione.

Dire «lo dice anche Gesù» è come scegliere Cristiano Ronaldo nella partita di calcetto in oratorio…

cristiano ronaldo

2 • …e tirare Gesù in testa agli altri

Un’altra strategia (politica, ma non solo) nella quale Gesù viene spesso impiegato, è quella della “macchina del fango”.

Che consiste nel trasformare Gesù in un’arma, nel “suonare in testa agli altri” le sue parole (magari, inventandosi qualche citazione dal Vangelo):

destra contro sinistra chiesa politica

Qualcuno forse dirà:

  • «Eh, viviamo in cattivi tempi…»
  • «Un tempo le persone avevano più rispetto nel nominare la parola di Dio!»
  • «Un tempo Gesù non sarebbe stato usato in modo ideologico come ai nostri giorni!»

…acqua! 😅

Intorno all’anno 55, Paolo di Tarso scriveva così ai cittadini di Filippi (la prima città europea ad accogliere il Vangelo):

Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa
(Fil 1,13)

Gesù non era risuscitato da ‘manco trent’anni, che già esisteva una comunità cristiana in cui le sue parole venivano strumentalizzate.

3 • Che Dio mi sia testimon(ial)

Gesù – in campagna elettorale – è uno degli influencer più efficaci:

gesu influencer politica

Già ai primi del ‘900, il teologo e missionario luterano Albert Schweitzer (1875-1965) commentava simpaticamente (nel suo “Storia della ricerca sulla vita di Gesù”) che in tutte le «Vite di Gesù» scritte nella seconda metà dell’Ottocento, il “nuovo” Gesù che veniva descritto somigliava sempre all’autore del libro… guarda un po’ che coincidenza 😅…

Usare le parole di Gesù in modo ideologico è lo sport più vecchio del mondo; ritagliare citazioni dal Vangelo (estrapolandole dal contesto) per tirare acqua al nostro mulino, è un ottimo modo per accalappiare consensi:

  • «Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40): questa è buona se sei liberale;
  • «Chi non è con me è contro di me» (Lc 11,23): questa invece se sei reazionario;
  • «Non giudicate, per non essere giudicati» (Mt 7,1): questa è sulla bocca di tutti i libertini;
  • «Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,37): per tutti quelli che “vanno in frégola” per un litigio e la parola “dialogo” non fa parte del loro vocabolario;
  • «Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano» (Lc 5,32): questa (cancellando la seconda parte) se vuoi giustificare qualsiasi birichinata ti venga in mente;
  • «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51): per tutti i secessionisti e gli scismatici;
  • «Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi» (Gv 2,15): questa è ‘na bomba se vuoi organizzare un incontro di wrestling in parrocchia…

Gesù «tutto intero» è scomodo… molto più comodo fabbricarmi un “Gesù su misura” per la mia ideologia, che dice solo le frasi che piacciono a me.

Quel Gesù di cartongesso sempre pronto a dimostrarmi che “gli altri” sono i cattivi, e che solo nella mia squadra (che sia il partito politico o il mio gruppo in parrocchia) ci sono “i buoni”, i cristiani “veri”

Una volta papa Francesco ha detto:

Non dobbiamo istituire l’ottavo sacramento, quello della dogana pastorale!
(PAPA FRANCESCO, dall’omelia della messa di Santa Marta, 25 maggio 2013)

Spesso mi sono imbattuto in dichiarazioni di personaggi pubblici (sia politici che – ahimè – ecclesiastici) che si sono messi a fare “i buttafuori spirituali”: quelli che stanno lì sulla “soglia d’ingresso” della Chiesa, e controllano se “gli altri” hanno il requisito per entrare …dove “gli altri” sono solo e unicamente quelli del partito che loro non votano (o quelli di un’associazione o movimento cattolico diverso dal loro); sulle mancanze di quelli “dalla loro parte”, omertà assoluta.

Dal loro canale (che sia il pulpito, o un profilo di Twitter) distribuiscono agli altri la cosiddetta “patente di cattolicità”:

prete su twitter gesu politica

(*) (Tanto per essere chiari: di personaggi simili ce n’è uno per ogni ideologia e schieramento politico… non crediate che “i vostri” facciano eccezione 😅…)

4 • Cristiani e politica

Quindi cosa dovrebbe fare un cristiano, per evitare di “inquinare il Vangelo” con le logiche della politica?

Stare fuori da tutto questo marasma?

Ignorare la “cosa pubblica”?

Farsi i cavoli propri?

Qualche anno fa, Papa Francesco ha detto:

Coinvolgersi nella politica è un obbligo per un cristiano.
Noi cristiani non possiamo “giocare da Pilato”, lavarci le mani: non possiamo. Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune.
E i laici cristiani devono lavorare in politica.
Lei mi dirà: «Ma non è facile!». Ma neppure è facile diventare prete. Non ci sono cose facili nella vita. Non è facile.
«La politica [si] è troppo sporcata»… ma io mi domando: [si] è sporcata, perché? Perché i cristiani non si sono coinvolti in politica con lo spirito evangelico?
Quella è una domanda che ti lascio: è facile dire «la colpa è di quello». Ma io, cosa faccio?
È un dovere lavorare per il bene comune, è un dovere di un cristiano! E tante volte la strada per lavorare è la politica.
Ci sono altre strade: [il] professore, per esempio, è un’altra strada. Ma l’attività politica per il bene comune è una delle strade. Questo è chiaro.

(PAPA FRANCESCO, discorso durante un incontro a Roma con gli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania, 7 giugno 2013)

Chapeau!

Che significa – per un cristiano – essere coinvolto in politica «con spirito evangelico» (parole del Papa)?

sergio mattarella discorso fine anno

“Spirito evangelico” significa un sacco di cose (accenno le prime due-tre sciocchezze che mi vengono in mente, sennò finiamo domani):

  • Avere un atteggiamento equilibrato: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt 10,16)
  • Non fare gli indignati: «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità» (Ef 4,31)
  • Essere mansuetida-che-mondo-è-mondo litigare non ha mai portato frutto: «[Ricorda loro] di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini» (Tt 3,2)
  • Essere gentili: «Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve» (Col 4,6)
  • Capire la “sottile differenza” tra la correzione fraterna e l’avere il dente avvelenato e vomitare insulti contro “i-cattivi-del-partito-avversario”: «Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza» (Gal 6,1)
  • Avere pazienza: «Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare quelli che gli si mettono contro, nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi, perché riconoscano la verità» (2Tim 2,24-25)
  • Parlare con parresia – cioè con la libertà di dire la verità, senza paura o vergogna (e, se possibile, senza farsi venire un’embolia cerebrale): «Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,37)

Credo che mansuetudine, gentilezza, mitezza, pazienza, dolcezza, etc. (oggi come non mai) siano requisiti indispensabili per un sano confronto politico e per riuscire a dialogare.

Disclaimer: ho sempre un po’ paura a usare la parola «dialogo», perché credo che abbia un significato “ambiguo”.

(Senza attaccare troppo la pippa) credo che “dialogare” significhi confrontarsi con tutti – credenti e non credenti – «rendendo ragione della speranza che è in noi» (1Pt 3,15); e se proprio non riusciamo nell’intento, scuotere con serenità la polvere dai sandali (Lc 9,5), rimanendo “all’opposizione” in modo costruttivo (senza fare gli indignati!)…

…molti credono (o almeno, questo è il mio timore) che “dialogare” significhi sforzarsi di rendere “tollerabile” a tutti i costi il cristianesimo, creandone una versione all’acqua di rose che non serve a nulla se non ad essere gettata via (Mt 5,13).

E, nel fare ciò, si trasformano nell’undicesima piaga d’Egitto

cattolici adulti chiesa politica

Già nel XIX secolo John Henry Newman (cardinale, teologo e filosofo inglese, che Papa Francesco ha canonizzato lo scorso ottobre), temendo questo «gioco al ribasso», diceva:

Oppure, quale che sia la posizione sociale [di un cristiano], le circostanze possono portarlo a ritrovarsi impegnato in quella che chiamano politica; in questo caso penserà che, per quanto sia innegabile che alla verità e alla fede spettino un ruolo predominante e un rilievo cruciale, il mondo non potrebbe andare avanti, l’economia si fermerebbe, i partiti politici sarebbero impossibilitati ad agire […] se ogni volta la religione rifiutasse di farsi da parte almeno un po’.
[…]
L’uomo veramente religioso porta con sé i propri principi in ogni aspetto della vita quotidiana.

(JOHN HENRY NEWMAN, in Aprire il cuore alla verità: tredici sermoni scelti da lui stesso, Lindau, Torino 2010, p. 38)

Chiaramente, l’ammonimento vale anche al rovescio; come ricordava qualche anno fa il filosofo francese Fabrice Hadjadj (classe ’71):

Un cristianesimo politicamente realizzato cadrebbe nell’orgoglio di sé, così come il ripiegamento su di sé di una piccola Chiesa di gente pura che ha rinunciato al potere provocherebbe un settario orgoglio spirituale.

(FABRICE HADJADJ, da un’intervista del 7 settembre 2010)

equilibrio chiesa politica

No, non è facile neanche per niente! 😅 (*)

(*) (Ed è per questo che bisogna rimanere radicati in Gesù… in che modo? Preghiera, silenzio, richiesta di grazia, sacramenti, etc.)

Non è facile ricostruire una società divisa. […] Sappiamo che, a volte, l’ottimo è nemico del bene, e in un momento di riconciliazione vanno inghiottiti molti rospi. In questo processo, si deve insegnare ad avere pazienza. Serve la pazienza del discernimento per andare all’essenziale e mettere da parte l’accidentale. Ci vuole davvero tanta pazienza, a volte! Poi, però, serve anche insegnare i contenuti, cioè la dottrina sociale della Chiesa.

(PAPA FRANCESCO, da un dialogo con i gesuiti del Mozambico e del Madagascar, settembre 2019)

5 • Politici cattolici e cattolici politici

I cristiani che si interessano alla “cosa pubblica” si dividono in due categorie (*):

(*) (nello schema che c’è nella mia testa bacata, che comunque non corrisponde alla realtà)

  • politici cattolici
  • cattolici politici

Un politico cattolico (dove “politico” è il sostantivo e “cattolico” l’aggettivo)…

  • …quando il Papa dice qualcosa che è in linea con il suo programma politico, usa le parole di Sua Santità come titolone sul suo giornale, in prima pagina;
  • …quando il Papa dice qualcosa di scomodo per il suo partito, il discorso del pontefice scivola via nell’indifferenza e nel silenzio stampa;
  • …se la Chiesa è “d’accordo” con lui su una certa tematica, applaude come un chierichetto devoto;
  • …se la Chiesa è in disaccordo, commenta indignato che «la Kiesa dovrebbe aggiornarsi ed essere più al passo coi tempi!» o che «La barca di Pietro sta naufragando!»;
  • …usa il Vangelo come un menù: «questo mi piace, questo mi fa schifo, questo sì, questo no»; sceglie solo quel che meglio si adatta alla “religione della sua cameretta”;
  • …pensa alla politica in termini calcistici: «forza noi, abbasso loro!»; ha perso di vista il concetto di “bene comune”;
  • …pensa che il Vangelo sia un mezzo (tra i tanti) e la politica IL fine;
  • …ha (quasi sempre) gravi lacune dottrinali sul Catechismo, la dottrina sociale della Chiesa, il Magistero, etc.
  • …pensa alla Chiesa per categorie politiche: «i progressisti, i tradizionalisti, noi, loro, quelli-là»; il Corpo di Cristo è finito dal macellaio, ed è stato diviso in tanti pezzetti, per adattarli meglio al suo schema ideologico:
macellaio chiesa politica

Un cattolico politico (dove “cattolico” è il sostantivo e “politico” l’aggettivo)…

  • …pensa che la politica sia «una elevata forma di carità» (come ha detto Papa Francesco, che ho citato prima, e Benedetto XVI nel 2012);
  • …vede nella politica un modo (tra tanti) di vivere il Vangelo;
  • …è «nel mondo, ma non del mondo» (Gv 17,15-19);
  • …e tutti gli altri aspetti di cui ho parlato sopra, che non sto a ripetere (che comunque, come ogni virtù cristiana, sono il frutto della preghiera, del silenzio, del raccoglimento, di un rapporto vivo con Gesù e in comunione con la Chiesa, etc.)

Conclusione (aka: istruzioni per l’uso)

Ho il timore (spero infondato 😅) che qualcuno, dopo aver letto questa paginetta, voglia condividerla sulla propria bacheca, taggando quel suo amico cristiano che, quando si parla di politica, strumentalizza Gesù…

…sperando di non illudere nessuno, non è questo il motivo per cui ho scritto questa pagina!

Il senso di questa pagina (se proprio bisogna cercarne uno) è in una domanda che ultimamente mi sto facendo spesso: «Quante volte IO strumentalizzo Gesù?»

Quante volte – anziché convertirmi a Lui – Lo voglio convertire a me? Al “cristianesimo-su-misura” che ho la tentazione di cucirmi addosso? Ai miei schemi?

Insomma, se qualcuno voleva un’arma in più per indignarsi contro “gli altri” o contro “quello lì”, non è questa 😅 (in compenso, il cocomeraro sull’Ardeatina vende certe angurie che se te le porti appresso per suonarle in testa alla gente ti serve il porto d’armi…)

Per tutti gli altri che sono immischiàti (chi più, chi meno) nel mondo della politica, suggerirei la lettura del buon “Don Camillo” di Giovannino Guareschi, per stemperare i toni…

sale

(Inverno 2019-20)

Fonti/approfondimenti

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