1 • Lettura, disegno, serie TV, sushi, videogiochi…
A me piace da morire leggere.
Qui lo dico e qui lo nego, credo che leggere sia tra le cose più belle che si possa fare, quando si è da soli.
Mi piace anche disegnare.
Dato che però se disegno più di mezz’ora di fila ho una sensazione di caciotta alle ginocchia, per non annoiarmi troppo mentre disegno mi tengo compagnia guardando nel frattempo serie TV sul tablet.
Così unisco l’utero al dilettevole…
Mi piace anche andare a mangiare il sushi con i miei compagni di merende di vecchia data.
Adoro fare passeggiate chilometriche con uno di quegli amici (quelli «veri», di cui ognuno non ne ha più di 2-3) a cui puoi aprire il cuore.
E non mi dispiace neanche nerdare davanti a un videogioco come se non ci fosse la remissione dei peccati (anche se ormai non ho più tempo, ed è «grasso che cola» se riesco a giocare un videogioco all’anno…).
…
…però a volte ho l’impressione che tutto questo non basti…
…e che manchi qualcosa…
2 • …distrazioni, distrazioni, distrazioni…
Il problema – ovviamente – non è la lettura. O le serie TV. O le amicizie. O quellochemipiacefareneltempolibero.
Il problema è che molte di queste cose, come dei granelli di sabbia rovesciati dentro ad un contenitore, vanno ad infilarsi in ogni poro, occupando gran parte del tempo extra-lavorativo.
In questa baraonda, è facile lasciarsi trascinare dalla corrente…
E nel tran-tran della quotidianità, non è scontato trovare spazio per Dio…
…ritagliarsi del tempo per riuscire a sentire la Sua voce…
Qualcuno dirà:
- «’mazza oh, Sale, come sei esagerato!»
- «Alla fine, che male c’è se fai quello che ti piace?»
- «Shalla!»
Boh. Non sono persuaso…
…anche papa Francesco (che pare buono e caro, ma mena come un fabbro!) recentemente mi ha messo la medesima pulce nell’orecchio:
(29) Le continue novità degli strumenti tecnologici, l’attrattiva dei viaggi, le innumerevoli offerte di consumo, a volte non lasciano spazi vuoti in cui risuoni la voce di Dio. Tutto si riempie di parole, di piaceri epidermici e di rumori ad una velocità sempre crescente. Lì non regna la gioia ma l’insoddisfazione di chi non sa per che cosa vive.
[…]
(30) Gli stessi strumenti di svago che invadono la vita attuale ci portano anche ad assolutizzare il tempo libero, nel quale possiamo utilizzare senza limiti quei dispositivi che ci offrono divertimento e piaceri effimeri. Come conseguenza, è la propria missione che ne risente, è l’impegno che si indebolisce, è il servizio generoso e disponibile che inizia a ridursi.
(PAPA FRANCESCO, Gaudete et exsultate, esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, punti 29 e 30)
La tocca piano, eh?
Oh, se pensate che dar retta al Papa sia un po’ troppo da bizzochi, in alternativa potete andarvi a sentire il singolo «Correre» del rapper Anastasio… che fa un po’ eco (in modo più laico, chiaramente) alle parole di Francesco.
3 • Gesù nel deserto
All’inizio della sua vita pubblica, Gesù fa una cosa alquanto cuoriosa (che viene raccontata in tutti e tre i Vangeli sinottici):
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.
(Mt 4,1)
E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto.
(Mc 1,12)
Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto…
(Lc 4,1)
Gesù va nel deserto.
Ma non ci va «a caso».
Ce lo porta lo Spirito. Cioè Dio.
E ci rimane quaranta giorni.
Q-U-A-R-A-N-T-A!
Cosa cerca Gesù nel deserto?
(Senza attaccare troppo la pippa, ché non sono né un teologo, né un esegeta, né un menestrello medioevale…)
Il deserto è il luogo del silenzio, della preghiera.
È un luogo noioso, monotono, arido; ma è anche un luogo pericoloso, ostico, riarso.
È lì che si svolge il combattimento spirituale (di cui ho detto qualcosina un paio di mesi fa)
Il deserto è un luogo privilegiato per ascoltare.
Nel deserto si può udire la voce di Dio. E quella del Tentatore.
E a volte non è facile riuscire a fare discernimento per distinguere l’una dall’altra…
4 • Il deserto nel terzo millennio
Io sono un pesaculo…
Ho tutto a portata di mano (o di click)…
Il più delle volte cerco scorciatoie per risolvere i problemi…
…e abbandono la nave quando le cose vanno male…
Quindi capirete bene che ‘sta cosa del deserto, del non stordirsi con distrazioni a destra e a manca, dello starsene un po’ in silenzio per mettersi in ascolto di Dio, per me è tipo un treno in faccia.
Ciò premesso.
Lungi da me attaccarvi una pippa sull’importanza del ritagliarsi del tempo per starsene soli con Dio…
…rega’, siete adulti e vaccinati: fate come vi pare!
(Tanto più che i consigli non richiesti spesso sono poco graditi…)
…questa paginetta (e vignette annesse) è solo un post-it per me stesso… qualcosa tipo:
«Caro Sale-del-futuro,
ricordati di continuare a ritagliarti del tempo solo con Dio!
Se ci riesci, ti consiglio di farlo almeno un’ora a settimana, un giorno al mese e una settimana all’anno!
Altrimenti rischi di dimenticarti il tono della Sua voce, e finisce che te lo immagini storto.
Se non ti ho convinto con queste quattro righe, rileggiti quello che ti suggerivano quegli altri…
Evagrio nel III secolo…
Francesco di Sales nel XVI…
John Henry Newman e Vladimir Solov’ëv nel XIX…
e via dicendo…»
(firmato: Sale-del-passato)
Verso la metà del secolo scorso, Madeleine Delbrêl scriveva queste note di preghiera:
Quando ci si ama, è penoso avere sempre della gente intorno. Quando ci si ama, si vuole ascoltare l’altro, solo, senza che voci estranee ci vengano a turbare.
Per questo coloro che amano Dio hanno sempre sognato il deserto, per questo a coloro che l’amano Dio non può rifiutarlo.
[…]
Si guadagnano i deserti, non si regalano.
I deserti della nostra vita, noi non li strapperemo al segreto delle nostre ore umane, se non faremo violenza alle nostre abitudini, alle nostre pigrizie. È difficile, ma essenziale al nostro amore.
[…]
Non si tratta d’imparare l’ozio. Bisogna imparare a essere soli ogni volta che la vita ci riserva una pausa.
E la vita è piena di pause, che noi possiamo scoprire o sprecare.
[…]
Quale gioia sapere che noi potremo al Tuo solo volto levare gli occhi, mentre la farinata diventerà densa, […] mentre, alla fermata, attenderemo l’autobus in ritardo, mentre saliremo le scale…
[…]
Ogni fretta di ciò che non arriva è molto spesso il segno di un deserto.
[…]
Perché noi siamo così fatti che non possiamo preferirTi senza un minimo di lotta, e Tu, nostro Diletto, sarai sempre messo da noi sulla bilancia con questo fascino, con questa ossessione logorante delle nostre quisquilie.
(MADELEINE DELBREL, “I nostri deserti”, 1945-50, da “La gioia di credere”, Gribaudi, Torino 2012, p. 100)
Conclusione
Nel V secolo, Eucherio (vescovo di Lione) così scriveva:
Sia l’ospite del deserto, colui che vuole diventare cittadino dei cieli.
(EUCHERIO (?-450), da “Elogio del deserto”)
Ecco.
Penso che avesse proprio ragione…
sale
(Inverno 2020-2021)
- GABRIEL BUNGE, Akedia. Il male oscuro, Qiqajon, Magnano (BI) 1999
- ADALBERTO PIOVANO, Tristezza, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2012
- TOMÁŠ ŠPIDLÍK, L'arte di purificare il cuore, Lipa, Roma 1999
- MADELEINE DELBRÊL, La gioia di credere, Gribaudi, Torino 2012
- PAPA FRANCESCO, Gaudete et Exsultate (esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo)
- FABIO ROSINI, L'arte di ricominciare : i sei giorni della creazione e l'inizio del discernimento, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2018