Perché ci sono state le crociate?

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1 • Luoghi comuni sulle crociate

Le crociate sono (insieme all’inquisizione, al processo a Galileo Galilei e due/tre altri evergreen) una delle «macchie indelebili» sulla fedina penale della Chiesa cattolica:

  • papi avidi di oro e potere;
  • colonialismo cristiano in oriente;
  • conversione forzata di islamici;
  • massacri di innocenti, razie, saccheggi;
  • crimini di guerra;
crociate sovrappopolazione europea

Molte persone hanno un’idea delle crociate non molto diversa da quella che ho riassunto qui sopra.

Ad esempio.

In un articolo del New York Times del 20 giugno 1999 (pagina 15, parte 4), le crociate venivano paragonate ai crimini di Hitler e al genocidio in Kosovo.

Sempre nel 1999, in occasione del 900° anniversario dell’assedio di Gerusalemme da parte dei crociati (durato dal 7 giugno al 15 luglio 1099), un gruppo interconfessionale di circa 2000 protestanti, provenienti da 27 nazioni, ha organizzato la «Reconciliation Walk», un pellegrinaggio dalla Germania fino alla Terra Santa, durante il quale i pellegrini indossavano una maglietta con su scritto «Io chiedo scusa», in arabo ed ebraico.

Nella dichiarazione di scuse di questo movimento c’era scritto:

Novecento anni fa, i nostri antenati combatterono in nome di Gesù Cristo per tutto il Medio Oriente. Alimentati da paura, avidità e odio, hanno tradito il nome di Cristo comportandosi in modo contrario ai suoi desideri e alla sua indole. I Crociati hanno innalzato lo stendardo della Croce sopra il vostro popolo. Con questo atto hanno corrotto il suo vero significato di riconciliazione, perdono e amore disinteressato. Nell’anniversario della prima crociata anche noi portiamo il nome di Cristo. Desideriamo ripercorrere le orme dei Crociati come segno di scusa per le loro azioni, per dimostrare il vero significato della Croce. Ci rammarichiamo profondamente per le atrocità commesse nel nome di Cristo dai nostri predecessori. Rinunciamo all’avidità, all’odio e alla paura e condanniamo ogni violenza fatta nel nome di Gesù Cristo. […]

(traduzione mia; per gli anglofoni, questo è l’originale: Nine hundred years ago, our forefathers carried the name of Jesus Christ in battle across the Middle East. Fueled by fear, greed and hatred, they betrayed the name of Christ by conducting themselves in a manner contrary to His wishes and character. The Crusaders lifted the banner of the Cross above your people. By this act they corrupted its true meaning of reconciliation, forgiveness and selfless love. On the anniversary of the First Crusade we also carry the name of Christ. We wish to retrace the footsteps of the Crusaders in apology for their deeds and in demonstration of the true meaning of the Cross. We deeply regret the atrocities committed in the name of Christ by our predecessors. We renounce greed, hatred and fear, and condemn all violence done in the name of Jesus Christ. […])

(Potete trovare qui il testo completo, insieme ad altre informazioni relative all’evento)

Oppure…

In un discorso che tenne alla Georgetown University pochi mesi dopo l’attentato dell’11 settembre, l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton (classe ’46) disse:

Quelli di noi che hanno origini europee non sono senza colpa. A tal proposito, nella prima crociata, quando i soldati cristiani presero Gerusalemme, bruciarono prima una sinagoga con 300 ebrei al suo interno, e procedettero a uccidere ogni donna e bambino che fosse musulmano sul Monte del Tempio. Le cronache del tempo parlano di soldati che camminavano sul Monte del Tempio, luogo sacro per i cristiani, con il sangue che scorreva fino alle loro ginocchia. Posso dirvi che quella storia viene raccontata ancora oggi in Medio Oriente e ne stiamo ancora pagando il conto.

(traduzione mia; per gli anglofoni, questo è l’originale: Those of us who come from various European lineages are not blameless. Indeed, in the first Crusade, when the Christian soldiers took Jerusalem, they first burned a synagogue with 300 Jews in it, and proceeded to kill every woman and child who was Muslim on the Temple Mount. The contemporaneous descriptions of the event describe soldiers walking on the Temple Mount, a holy place to Christians, with blood running up to their knees. I can tell you that that story is still being told today in the Middle East and we are still paying for it.)

(BILL CLINTON, discorso alla Georgetown University, 9 novembre 2001; fonte e altra fonte)

I tre esempî che ho fatto risalgono agli ultimi 25 anni…

…però in realtà già durante il ‘700 c’erano alcuni pensatori di spicco che avevano un’idea assai inclemente sulle crociate.

Secondo il filosofo francese Voltaire (1694-1778) le crociate furono:

[…] un’epidemia di furia che durò per duecento anni e fu caratterizzata da tutte le crudeltà, tutte le perfidie, tutte le dissolutezze, tutte le follie di cui l’umana natura è capace.

(citato in JEAN RICHARD, The Crusades, c.1071-c.1291, Cambridge University Press, Cambridge 1999, p.475)

Stando allo scozzese David Hume (1711-1776), esse furono:

[…] il momento più significativo e più duraturo alla follia umana, che mai sia apparso in qualsiasi epoca o nazione.

(DAVID HUME, The History of England, 1761, 1:209)

Infine, per il filosofo francese Denis Diderot (1713-1784), l’epoca delle crociate fu:

[…] un’epoca della più profonda oscurità e della più grande follia […] trascinare una parte significativa del mondo in un’infelice piccolo paese per tagliare la gola ai suoi abitanti e impadronirsi di un picco roccioso, che non valeva una sola goccia di sangue.

(citato in JEAN RICHARD, The Crusades, c.1071-c.1291, Cambridge University Press, Cambridge 1999, p.475)

Dunque.

Tiriamo le somme.

Stando alle citazioni che ho riportato fin qui:

  • le crociate sono stato il primo caso di colonialismo occidentale; la Chiesa – avida di ricchezze e di potere – ha perpetrato una strage in Medio Oriente…
  • …nei confronti di una società islamica che, al contrario, era pacifica, tollerante, se ne stava lì per i fatti suoi, senza far male a nessuno.

Come al solito, la realtà è leggermente più complessa.

Proviamo a raccapezzarci.

2 • L’importanza delle fonti

(Come dicevo quando parlavo dei libri che ho letto per documentarmi sull’inquisizione) la scelta delle fonti è uno degli aspetti più importanti quando si approfondisce un argomento.

Io credo che, se si vuole mantenere un minimo di onestà intellettuale, bisogna scegliere delle fonti che non siano viziate da pregiudizî.

Cosa intendo?

Per rimanere sugli esempî che ho fatto nel paragrafo precedente, durante l’Illuminismo c’erano molti intellettuali (compresi quelli che ho citato) che avevano la vena talmente tappata contro il cristianesimo da non riuscire ad essere onesti nei proprî giudizî.

Uno di questi era proprio Voltaire.

Il nome di Voltaire è citato spesso quando si parla della tolleranza.

Ho sentito tante volte la “sua” celebre frase: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché possa dirlo».

In realtà Voltaire non ha mai pronunciato quella frase; gli è stata messa in bocca dalla scrittrice britannica Evelyn Beatrice Hall nel suo The Friends of Voltaire (del 1906), e qualche anno dopo in Voltaire In His Letters (del 1919).

Invece, se c’è una frase che certamente Voltaire ha scritto, è il grido di battaglia «sciacchiate l’infame»

…per spiegare che significa, cito da Wikipedia: la frase «sta a indicare la necessità di lottare con tutte le forze della propria ragione e della propria morale contro il fanatismo intollerante tipico della religione confessionale (cattolica, protestante o altro)».

voltaire cristianofobia

Insomma, chiedere a Voltaire un parere sulle crociate mi sembra un po’ come chiedere al capo ultras della Curva Nord o a qualcuno degli «Irriducibili Lazio» un parere sulla AS Roma.

Disclaimer: ovviamente questo discorso vale anche a parti inverse; ad esempio, io credo che molti pagine web e pubblicazioni cartacee di apologetica siano viziate da uno sguardo eccessivamente revisionista su molti àmbiti della storia cattolica…

…in sostanza, così come per l’inquisizione, anche per le crociate ho voluto seguire la regola di reperire informazioni solo da storici non allineati – in modo da attingere a fonti che fossero quanto più oneste possibile.

Ad esempio:

  • Steven Runciman (1903-2000) è stato uno storico britannico, nonché un noto medievalista e bizantinista, che conosceva un sacco di lingue (greco, latino, arabo, turco, persiano, ebraico, siriaco, armeno… oltre a varie lingue europee); ha insegnato a Cambridge e all’Università di Istanbul. Il suo lavoro sulle crociate consiste in tre tomozzi (pubblicati nella prima metà degli anni ’50).
  • Jonathan Riley-Smith (1938-2016) è stato verosimilmente il più importante storico specializzato nelle crociate – ha scritto una ventina di libri sull’argomento (trovate l’elenco completo sulla sua pagina di Wikipedia); tra il 1994 e il 2005 è stato Dixie Professor (*) di Storia ecclesiastica a Cambridge; e, tra le tante cose, ha fondato la Society for the Study of the Crusades and Latin East.

(*) (Una delle «senior professorships» in storia alla University of Cambridge)

  • Christopher Tyerman (classe ’53) è stato uno storico e accademico specializzato sulle crociate, sulle quali ha scritto nel 2007 God’s War: A new History of the crusades, un mattoncino di appena 1040 pagine; nel 2015 l’Università di Oxford ha creato la cattedra di «storia delle crociate» appositamente per lui.
  • Infine Thomas F. Madden (classe ’60), storico, accademico e saggista statunitense. Come si evince dalla bio sul suo sito, è professore di storia alla Saint Louis University e direttore del Center for Medieval and Renaissance Studies; ha scritto dieci libri sulle crociate; vista la sua preparazione sul tema, viene spesso contattato dai media (New York Times, Washington Post, Wall Street Journal, CNN, History Channel, etc.) in qualità di consulente storico.

Ho fatto una super-super-sintesi delle bio di questi storici, giusto per farvi notare che non sono degli scappati de casa (per maggiori approfondimenti, potete cercare i loro nomi su Google o su Wikipedia).

Detto ciò: basta con le premesse!

Ora parliamo delle crociate!

3 • Le incursioni musulmane in Europa

Partiamo dall’inizio da qualche centinaio di anni prima delle crociate.

Come tutti saprete, le prime “scorribande” musulmane in europa risalgono a quando Maometto (570-632) era ancora in vita.

Alla sua morte però ebbero inizio le campagne militari vere e proprie, quando i musulmani conquistarono la Siria (che all’epoca faceva parte dell’Impero Romano d’Oriente) in due anni (635-636).

L’avanzata musulmana è proseguita in Terra Santa (conquistarono Gerusalemme nel 638 e Cesarea Marittima nel 640) e in Egitto (il Cairo nel 640 e Alessandria nel 642)…

…e, per farvela breve, nel giro di ottant’anni, l’impero islamico arrivò ad occupare buona parte del Medio Oriente, tutte le coste nordafricane (fino ad allora erano state un territorio cristiano – non so se lo sapete, ma Tertulliano, sant’Agostino, san Cipriano, sant’Antonio Abate, santa Monica, san Valeriano, san Paolo di Tebe, etc… sono tutti nordafricani), buona parte della Spagna.

Il primo che riuscì a fermare i musulmani fu re Carlo, nella famosa battaglia di Poitiers del 732 (quella della canzone di De André).

La battuta di arresto in Francia però non fece demordere le truppe islamiche; nell’831 infatti penetrarono in Italia, conquistando la Sicilia (che rimase occupata fino al 1072) e buona parte dell’Italia Meridionale (in quel periodo, in realtà, alcune incursioni arrivarono fino a Roma; tant’è che la città fu saccheggiata nell’846).

Bene.

Ora arriva la parte buffa.

Nonostante noi imborghesiti uomini del XXI secolo (in particolare i maschi) prepariamo il testamento appena abbiamo una temperatura superiore a 37.1°… le persone nel Medioevo erano molto più coriacee, e ci voleva ben altro per preoccuparle…

…tant’è che, nonostante per secoli gli arabi abbiano imperversato in Europa, i pellegrinaggi a Gerusalemme non si sono mai interrotti (*):

Un flusso senza fine di viaggiatori si riversava verso oriente, talvolta viaggiando in comitive di migliaia di pellegrini, uomini e donne di ogni età e classe sociale, pronti […] a trascorrere un anno o più nel [viaggio].

(STEVEN RUNCIMAN, A History of the Crusades, Cambridge University Press, Cambridge, 1951, [in 3 volumi], 1° volume, p.49 (ed.it. Storia delle crociate, Einaudi, torino 2005)

(*) (Ci sono testimonianze di alcuni cristiani che sono andati in pellegrinaggio in Terra Santa partendo dalla Scandinavia e dall’Islanda!)

Come mai tutta questa fiumana di gente?

Perché con il pellegrinaggio si poteva ottenere l’indulgenza

crociate pellegrinaggio in terra santa

No, non sto esagerando: le storie dei pellegrini superano la fantasia…

Tanto per fare un esempio: quando nel 1059 il conte Thierry di Trier uccise l’arcivescovo della sua diocesi, il suo confessore – per espiare la colpa – gli impose di fare un pellegrinaggio a Gerusalemme… e lui lo fece (JONATHAN RILEY-SMITH, The Feudal Nobility and the Kingdom of Jerusalem, 1174-1277, Macmillan, New York 1973, p.28).

Storia ancor più tragi-comica è quella di Fólco III conte d’Angiò (972-1040); Folco aveva bruciato viva sua moglie, il giorno delle nozze, dopo averla accusata di essere andata a letto con un capraio (cfr. RICHARD ERDOES, AD 1000: Living on the Brink of the Apocalypse, Harper & Row, New York 1988, p.26; cfr. anche JONATHAN RILEY-SMITH, The Feudal Nobility and the Kingdom of Jerusalem, 1174-1277, Macmillan, New York 1973, p.28); e per espiare questa colpa, fece un pellegrinaggio a Gerusalemme (per inciso: dopo questo pellegrinaggio, Folco se ne fece altri tre… non so però se nel frattempo avesse dato fuoco ad altre persone).

Il più delle volte, i pellegrinaggi non riguardavano singole persone, ma intere comunità; ad esempio, nel 1026 fu organizzato un pellegrinaggio in Normandia, col quale partì un gruppo di circa settecento persone (JONATHAN RILEY-SMITH, The Feudal Nobility and the Kingdom of Jerusalem, 1174-1277, Macmillan, New York 1973, p.29-30).

Insomma… c’erano veramente tantissimi pellegrinaggi!

~

Nel 1009 però i pellegrini iniziarono ad allarmarsi: in quell’anno, il sesto Imām fatimide al-Hakim (985-1021) fece distruggere la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme (che era stata fatta costruire dall’imperatore Costantino nel luogo dove verosimilmente era situata la tomba in cui fu deposto il corpo di Gesù dopo la crocifissione).

Pochi decennî dopo, alla fine dell’XI secolo, i pellegrinaggi furono interrotti del tutto, quando i turchi selgiuchidi presero il potere in Medio Oriente (*).

(*) (i selgiuchidi si erano da poco convertiti all’Islam… ed erano “meno ecumenici” rispetto ai precedenti musulmani che avevano conquistato Gerusalemme… e quindi, niente: fine della tolleranza. Fine dei pellegrinaggi. Dio è Allah, punto e basta.)

Ecco.

In QUESTO contesto (scorrerie musulmane in occidente, pellegrinaggi non sicuri, pellegrini che venivano catturati, torturati, uccisi, ridotti in schiavitù) gli europei iniziarono a farsi due domande…

4 • L’inizio delle Crociate

Nel 1089 Alessio I Comneno (1048-1118), basileus dell’Impero Romano d’Oriente, chiese aiuto a papa Urbano II per combattere i turchi selgiuchidi, che si trovavano ormai a 100 chilometri da Costantinopoli (erano arrivati fino a Nicomedia).

A cavallo tra il 1090 e il 1091, Alessio I chiese aiuto anche al conte Roberto II di Fiandra.

Tra il 18 e il 28 novembre 1095, Urbano II convocò un concilio a Clermont, nel quale “chiamò a raccolta” i nobili francesi per rispondere alle richieste di aiuto di Alessio I.

Tradizionalmente, era concessa l’indulgenza plenaria a tutti i pellegrini che raggiungevano il Santo Sepolcro a Gerusalemme; pertanto, il papa promise la stessa indulgenza a chi avesse partecipato alla crociata.

discorso di papa urbano ii

Dopo il discorso del papa, si formò un esercito composto da 45.000 cavalieri e 30.000 fanti (*), che partirono per Gerusalemme…

…lungo il tragitto però ci furono un sacco di problemi – persone che cambiavano idea lungo la strada, malattie, imprevisti, intoppi, etc. – e alla fine arrivarono a Gerusalemme all’incirca 13.000 cavalieri e 10.000 fanti (*).

(*) (I numeri ovviamente non possono che essere stime; quelli che ho riportato provengono da STEVEN RUNCIMAN, A History of the Crusades, Cambridge University Press, Cambridge, 1951, 3 voll., 1:339-40; ed.it. Storia delle crociate, Einaudi, torino 2005… altri autori dicono di più; altri autori dicono di meno; alcuni storici musulmani dell’epoca parlano addirittura di 300.000 combattenti alle porte della città – cifra abbastanza inverosimile. Comunque vabbè, ho messo delle cifre giusto per riportare un ordine di grandezza)

Insomma… senza stare a perdersi nei dettagli: il 7 giugno 1099 l’esercito crociato arrivò a Gerusalemme, e dopo poco più di un mese di assedio, la città fu conquistata (il 15 luglio).

~

Ora…

Fermiamoci un momento ai dati raccolti fin qui…

Cosa emerge?

Spesso si sente dire che le crociate furono causate dal desiderio di espansionismo degli stati europei…

…che i cristiani volevano appropriarsi di nuove terre in Medio Oriente…

…che dietro a questa guerra ci fu un motivo economico.

In realtà, contrariamente all’immagine che esce fuori da certi blockbuster hollywoodiani, se si approfondisce un minimo la ricerca storiografica relativa alle crociate, emerge che la motivazione principale fu quella religiosa (*).

(*) (Questa tesi è sostenuta – tra i tanti – nel libro «God’s War: A New History of the Crusades» di Christopher Tyerman, che citavo un paio di paragrafi fa)

Come scrive Peter Edbury, professore (classe ’47) di Storia Medioevale all’Università di Cardiff:

Combattere una crociata era costoso, e i costi erano sostenuti interamente dai crociati stessi, dalle loro famiglie, dai loro signori e, sempre di più a partire dal XII secolo, dalle tasse imposte alla Chiesa in Occidente.

(PETER EDBURY, Warfare in the Latin East, in MAURICE KEAN (a cura di), Medieval warfare: A History, Oxford University press, Oxford 1999, p.95)

Se i crociati avessero avuto motivazioni economiche – cioè se avessero voluto arricchirsi o conquistare terre – probabilmente avrebbero attaccato la Spagna musulmana.

La Spagna dei regni moreschi infatti era:

  • molto più vicina e facile da raggiungere rispetto al Medio Oriente;
  • molto più ricca di risorse;
  • piena di terre fertili.

Invece, la Reconquista spagnola durò quasi 800 anni: l’investimento militare ed economico fu assai più piccolo di quello delle crociate… e infatti gli eserciti cristiani in Spagna fecero spesso tre passi avanti e due indietro (a partire dal 1064, quando conquistarono la città di Barbastro… che tornò nelle mani dei musulmani l’anno dopo. Per un rapido elenco dei combattimenti della Reconquista, come al solito potete consultare Wikipedia).

Perché i crociati snobbarono la Spagna, e partirono a cazzo dritto con determinazione per la Terra Santa?

È presto detto:

La Spagna non era la Terra Santa, Cristo non aveva camminato per le strade di Toledo e non era stato crocifisso a Siviglia.

(RODNEY STARK, False Testimonianze, Lindau, Torino 2016, p.150)

Tra l’altro, contrariamente a quanto si dice, la maggior parte delle persone che si armarono per andare a conquistare Gerusalemme non erano «morti de fame» che cercavano fortuna, ma nobili che pagarono di propria tasca armi, armatura, vettovaglie per sé e per la compagnia di uomini al proprio seguito.

Insomma, non partì (solo) chi non aveva nulla da perdere, ma (anche e soprattutto) chi possedeva di più, perché «il costo per partecipare alla crociata era davvero enorme» (THOMAS F. MADDEN, A Concise History of the Crusades, Rowman & Littlefield, Lanham 1999, p.12 (ed.it. Le crociate: una storia nuova, Lindau, Torino 2005).

E infatti le crociate non furono un tentativo da parte dell’occidente per arricchirsi; al contrario, avvennero in un periodo in cui gli stati erano abbastanza ricchi da investire denaro e risorse per poter compiere questa impresa (cfr. JOHN GILLINGHAM, An Age of Expansion: c.1020-1204, in MAURICE KEAN (a cura di), Medieval warfare: A History, Oxford University press, Oxford 1999, p.59) che – giusta o sbagliata che fosse – aveva alla base motivazioni religiose e non economiche.

5 • Gli stati crociati

Cos’è successo dopo la conquista di Gerusalemme?

Lungi da me attaccare una pippa su tutto ciò che avvenne nei decenni successivi: come sicuramente saprete, ci sono state ben N-O-V-E crociate, l’ultima delle quali fu tra il 1271 e il 1272 (cioè quasi due secoli dopo la prima)… per chi fosse interessato, vi rimando ai libri in bibliografia.

Nelle righe qui sotto invece vorrei fare una brevissima panoramica su quel che capitò ai territori conquistati dai cristiani.

Ebbene: in Medio Oriente i crociati crearono i cosiddetti stati crociati (noti anche come «Terre d’Oltremare»):

  • la contea di Edessa è stata il primo stato crociato (fondata nel 1098)… nonché il primo ad essere riconquistato dai musulmani (nel 1149);
  • il principato di Antiochia, fondato nel 1098; l’assedio di Antiochia fu una spina nell’ano per gli eserciti crociati; la città (con più di quattrocento torri) sembrava impenetrabile, e dato che l’assedio si protrasse per tutto l’inverno del 1097, i soldati – trovandosi a corto di cibo – furono costretti a mangiare i propri cavalli… no, non sto scherzando!
  • il regno di Gerusalemme, fondato nel 1099, dopo la presa della città;
  • la contea di Tripoli, fondata nel 1104.

Il più importante di questi fu, neanche a dirlo, il regno di Gerusalemme.

La guida di quest’ultimo fu affidata a Goffredo di Buglione (1060-1100), un cavaliere franco, nonché uno dei comandanti della Prima Crociata; Goffredo rifiutò il titolo di «re» («L’unico re di Gerusalemme è Cristo, che indossa una corona di spine!»)… ma accettò l’incarico di «Difensore del Santo Sepolcro» (Advocatus Sancti Sepulcri).

Sotto la protezione di Goffredo, che era un abile stratega, Gerusalemme resistette a numerosi attacchi da parte delle truppe musulmane.

convivenza cristiani e musulmani

È importante sottolineare che i regni crociati non furono colonie europee (JONATHAN PHILLIPS, The Latin East 1098-1291, in JONATHAN RILEY SMITH (a cura di), The Oxford Illustrated History of the Crusades, Oxford University Press, Oxford 1995, p.112).

Una colonia infatti, Treccani alla mano, è uno stato in cui i cittadini non godono degli stessi diritti degli abitanti dello “stato dominante”; inoltre una colonia è sfruttata dai conquistatori per arricchire la madrepatria.

Gli stati crociati invece erano territori indipendenti; stando alle parole di Madden, c’era anche una discreta libertà – sia “economica” che religiosa:

Ai musulmani che vivevano in territori conquistati dai crociati, in generale fu consentito di mantenere proprietà e mezzi di sostentamento, e sempre la propria religione.

(THOMAS F. MADDEN, The Real History of the Crusades, «Crisis Magazine», 1 aprile 2002)

Tra l’altro, non solo quei territori non erano sfruttati, ma anzi richiedevano da parte degli stati europei un continuo investimento in termini di uomini e risorse: infatti, nei decennî successivi alla conquista, ogni volta che la situazione in Medio Oriente peggiorava, veniva organizzata una nuova crociata, con cui arrivavano soldati e rifornimenti dall’Europa.

Man mano che il tempo passava, però, lo zelo per la difesa di quelle terre venne meno; e col tempo i regni crociati caddero nuovamente nelle mani dei musulmani.

Come scrisse Charles Issawi (1916-2000) economista e storico egiziano presso la Columbia University e la Princeton University:

[Gli stati crociati] rimasero dipendenti dalla cristianità per uomini e denaro; resistettero fino a quando la cristianità mantenne un interesse sufficiente a continuare a foraggiarli; e si indebolirono e caddero quando quell’interesse scomparve.

(CHARLES ISSAWI, Crusades and Current Crisis in the Near East: A Historical Parallel, «International Affairs», n.33, 1957, p.272)

6 • Crociate e «crimini di guerra»

Domanda da un milione di bitcoin: durante le crociate ci sono stati crimini di guerra?

Una cronaca anonima risalente al 1100-1101 (chiamata «Gesta Francorum et aliorum Hierosolymitanorum») riporta che durante l’assedio a Gerusalemme del 1099 «la carneficina fu così grande che i nostri uomini camminavano nel sangue che arrivava fino alle caviglie» (il testo completo si trova in Recueil des Historiens des Croisades, tomo III, Gesta Francorum et aliorum Hierosolymitanorum, Parigi, 1866).

Stando invece a Raimondo di Aguilers, un cronachista della prima crociata, vissuto a cavallo tra l’XI e il XII secolo, «gli uomini cavalcavano con il sangue fino alle ginocchia ed alle redini» (cfr. RAYMOND D’AGUILERS, Historia Francorum qui ceperunt Iherusalem, in Memoirs of the American Philosophical Society, traduzione di John Hugh Hill, Laurita Lyttleton Hill, vol. 71, Filadelfia, American Philosophical Society, 1968).

gerusalemme massacro

Per quanto le descrizioni dei cronisti cristiani siano molto suggestive, è abbastanza verosimile che ricorsero a questi espedienti narrativi perché erano «desiderosi di descrivere una purificazione rituale della città» (THOMAS F. MADDEN, The Crusades in the Checkout Aisle, «Crisis Magazine», 12 aprile 2002).

Oh, intendiamoci.

Tutti gli storici concordano su un fatto: dopo la conquista di Gerusalemme, ci furono tantissime vittime, anche tra i civili.

Tra l’altro, il massacro non fu solo tra i musulmani: il politico e cronachista arabo Ibn al-Qalanisi (1070-1160) descrive l’incendio di una sinagoga da parte dei crociati, durante il quale morirono – bruciati vivi – gli ebrei che si erano rifugiati all’interno (cfr, HAMILTON ALEXANDER ROSSKEEN GIBB, The Damascus Chronicle of the Crusades: Extracted and Translated from the Chronicle of Ibn Al-Qalanisi, Dover Publications, 2003).

Purtroppo, la guerra è una cosa orribile.

E lo è ancor più la violenza gratuita, soprattutto se riversata sulle vittime innocenti di un conflitto (civili, donne, bambini, etc.).

Però, come dicevo quando parlavo del giudizio che noi moderni possiamo dare sui tribunali dell’inquisizione, non ha molto senso giudicare “davanti al tribunale di Norimberga” uomini vissuti secoli fa, in un altro contesto culturale, sociale, politico, religioso, etc.

Ad esempio: a noi sembra inconcepibile che un uomo possa uccidere un altro uomo…

…e non solo troviamo inammissibile l’omicidio: ma nella maggior parte degli stati del mondo è ormai stata abolita la pena di morte (come evidenziato nel rapporto di Amnesty International del 2020, purtroppo la pena di morte è ancora consentita in una settantina di nazioni).

In passato però non era così.

Gli uomini avevano un’altra sensibilità.

Un’altra cultura.

Un’altra forma mentis.

A noi uomini del terzo millennio (ovviamente) fa storcere il naso, ma secondo le norme belliche in uso nell’XI secolo, se la popolazione non si arrendeva di fronte ad un esercito invadente, nessuno si scandalizzava se – dopo la conquista della città – venivano perpetrate stragi, saccheggi, incendi, etc..

Lo facevano gli italiani.

Lo facevano i franchi.

Lo facevano i turchi.

Lo facevano i cristiani.

Lo facevano i musulmani.

I cosiddetti crimini di guerra – cioè le «violazioni del diritto bellico» – sono una invenzione relativamente recente. Il diritto internazionale ci ha messo secoli per maturare una sensibililtà tale da poter mettere nero su bianco documenti nei quali le nazioni si impegnano a comportarsi «in modo etico» durante le guerre…

E anche oggi, nel terzo millennio, sono solo sessantuno gli stati che hanno ratificato le quattro Convenzioni di Ginevra

E infatti, purtroppo, ci sono ancora moltissimi conflitti in cui i crimini di guerra sono all’ordine del giorno.

Disclaimer: questo discorso ovviamente non è per “giustificare” stragi, violenze o stupri compiuti dai crociati; ma per dire che, se nel 2022 siamo ben lontani da una pacifica convivenza civile, credo sia un po’ infantile indignarsi per avvenimenti accaduti nove secoli fa.

Insomma, all’epoca il comportamento dei crociati fu analogo a quello di tanti altri eserciti, con il beneplacito dei loro generali.

Il famoso sultano ayyubide Saladino (italianizzazione di Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, 1137-1193), dopo la battaglia di Hattin del 4 luglio 1187, fece uccidere tutti i Templari e gli Ospedalieri catturati, e decapitò personalmente Rinaldo di Châtillon, per vendicare una carovana di pellegrini musulmani che erano stati uccisi da quest’ultimo (*).

(*) (Bisogna comunque spezzare una lancia a favore di Saladino; dopo la battaglia di Hattin, infatti, pose l’assedio a Gerusalemme; poiché però la città era pressoché indifesa, il suo reggente, Baliano di Ibelin, si arrese di fronte alle truppe islamiche, chiedendo in cambio che lui e i cristiani lì rimasti potessero lasciare vivi la città… e Saladino li risparmiò, permettendo a circa 16.000 persone di imbarcarsi e mettersi in salvo)

Anche il sultano egiziano Baybars al-ʿAlāʾī al-Bunduqdārī (1223-1277) fu assai spietato; tra il 13 giugno e il 23 luglio 1266 pose d’assedio il castello di Safed – che apparteneva ai Cavalieri Templari. Durante le trattative, Baybars aveva promesso ai templari di risparmiare loro la vita se si fossero arresi… e invece li massacrò tutti (THOMAS F. MADDEN, A Concise History of the Crusades, Rowman & Littlefield, Lanham 1999, p.181 (ed.it. Le crociate: una storia nuova, Lindau, Torino 2005)). Lo stesso trattamento spettò ad Antiochia, nel 1268: dopo l’assedio, Baybars fece massacrare tutti gli abitanti – donne e bambini compresi… e chi non fu ucciso, fu venduto come schiavo (secondo Madden, quello di Antiochia fu «il più grande massacro dell’intera epoca delle crociate»; cfr. THOMAS F. MADDEN, A Concise History of the Crusades, Rowman & Littlefield, Lanham 1999, p.181 (ed.it. Le crociate: una storia nuova, Lindau, Torino 2005).

Disclaimer #2: ho citato Saladino e Baybars, ma OVVIAMENTE il senso del discorso non è: «”Loro” erano più brutti e cattivi di “noi”! Gne! Gne! Gne!». Vorrei semplicemente far notare come – cristiani o musulmani, europei o arabi – la guerra è guerra… e questo tipo di comportamento contro gli sconfitti era piuttosto comune (No! Non ho detto che «questo comportamento era giusto»! Ho detto che «era comune»!).

Conclusione

Super riassuntone finale:

  • tra il VI e l’XI secolo, ci furono numerose incursioni musulmane nel Mediterraneo;
  • i musulmani conquistarono il Medio Oriente, la costa nordafricana, buona parte dell’Italia Meridionale e gran parte della Spagna;
  • i pellegrinaggi cristiani in Terra Santa, nel corso degli anni, divennero sempre più insicuri (agguati di briganti, torture, riduzione in schiavitù – spesso i pellegrini facevano una brutta fine);
  • le crociate furono una contro-offensiva europea a quanto stava accadendo;
  • le crociate non furono una guerra per «creare colonie» ed arricchirsi; anzi, il loro costo (in termini economici, e di vite) fu molto elevato;
  • tra le schiere dei crociati non c’erano «padre Pio» o «san Francesco d’Assisi»: i crociati erano soldati e, come tutti i soldati, violavano abitualmente i dieci comandamenti: rubavano, uccidevano, saccheggiavano, etc.;
  • i musulmani non erano le «vittime innocenti», né tanto meno erano dei fricchettoni “peace and love”: anche i loro eserciti erano composti da uomini che rubavano, uccidevano, saccheggiavano, etc.

Per chi volesse ulteriormente approfondire… qui sotto c’è una piccola bibliografia di riferimento.

sale

(Autunno 2022)

Fonti/approfondimenti
  • STEVEN RUNCIMAN, Storia delle crociate [in 3 volumi], BUR, Milano 2006
  • JONATHAN RILEY-SMITH, Storia delle crociate, Oscar Mondadori, Milano 2009
  • CHRISTOPHER TYERMAN, Le guerre di Dio: nuova storia delle crociate, Einaudi, Torino 2012
  • THOMAS F. MADDEN, Le crociate: una storia nuova, Lindau, Torino 2005

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